Agrumigel torna da Parigi soddisfatta per la bella esperienza vissuta al SIAL 2018. Un bilancio positivo per l’azienda che ha avuto modo di far conoscere la grande novità di questa nuova campagna di lavorazione. Il melograno è stato l’assoluto protagonista dell’evento accanto all’arancia rossa siciliana.
“Per noi il bilancio è assolutamente positivo – ha affermato il responsabile commerciale Antonino Imbesi – Abbiamo constatato l’interesse dei clienti per il nostro succo di melograno. Siamo entrati in contatto con potenziali clienti che puntano molto sulla qualità, realizzando anche prodotti di nicchia. Finora sono sempre stati costretti a rivolgersi a mercati stranieri che, a dire il vero, non sempre garantiscono standard eccellenti. Abbiamo spiegato che disponiamo di tecnologie all’avanguardia che ci permettono di avere un succo di alta qualità sotto il profilo qualitativo e organolettico. Qualche cliente è rimasto piacevolmente sorpreso nell’assaggiare il nostro succo di melograno”.
C’è però un aspetto che impone al mercato una doverosa riflessione e che lascia scontento il Dott. Antonino Imbesi: “Molti si stanno avvicinando ai succhi NFC. Ho dovuto constatare con amarezza che cominciano a circolare miscele che al consumatore finale danno un prodotto che non risponde perfettamente alla descrizione. Ad esempio, molti clienti acquistano sul mercato succo di arancia rossa che viene miscelato al succo di arancio biondo. Quindi aumenta il trend d’acquisto del succo di arancia rossa, ma aumentano anche i cosiddetti falsari che ti taroccano rosso e biondo e te lo spacciano per 100% di succo d’arancia rossa. L’acquirente che dovrebbe spendere di più per il rosso finirà per acquistare il biondo, abbandonando l’arancia rossa. Così il mercato ne risentirà. Fortunatamente noi possiamo contare su uno zoccolo duro di clienti che punta a mettere sul mercato il vero arancio rosso”.
In conclusione, l’auspicio che l’apparato burocratico possa intervenire per tutelare i prodotti siciliani: “Siamo fiduciosi – conclude Imbesi – nell’attesa che le istituzioni preposte procedano a mettere i paletti a tutela della sicilianità, riconoscendo come prodotti siciliani soltanto quelli trasformati con frutta al cento per cento siciliana”.